MANUTENZIONE DEL SISTEMA DI POMPAGGIO ANTINCENDIO
La C.D.S. srl si occupa della manutenzione dei gruppi di pompaggio antincendio.
I gruppi di pompaggio antincendio sono composti da una o più pompe di servizio, alimentate da motori elettrici o endotermici a diesel, e da una pompa di compensazione (detta anche “pilota” o “jockey”).
La pompa di compensazione: la normativa UNI EN 12845 non richiede espressamente l’installazione di una pompa per il mantenimento costante della pressione, tuttavia è prevista in quasi tutti gli impianti per mantenerne costante la pressione attraverso la compensazione di eventuali piccole perdite strutturali. evitando così l’inopportuno avviamento delle pompe principali. Lo spegnimento è automatico al ripristino della pressione.
La pompa di servizio (o alimentazione) è l’elemento principale del gruppo, che consente di pressurizzare il fluido ed immetterlo nella rete.
Comunemente, si installano fino a 3 pompe principali: la UNI EN 12845 prevede l’installazione di una sola pompa alimentata da motore elettrico, mentre le altre due sono alimentate da motore endotermico diesel. Nel caso in cui il gruppo antincendio sia composto da 3 pompe principali, due di esse lavorano in parallelo, fornendo ciascuna il 50% della portata complessiva dell’impianto.
Il motore garantisce il funzionamento della pompa e può essere elettrico o diesel con raffreddamento ad aria diretta, con scambiatore di calore acqua-acqua o con radiatore.
La normativa UNI EN 12845 prevede che le pompe principali abbiano ciascuna un quadro elettrico di controllo dedicato, con display e scheda elettronica per il controllo e comando della pompa. Il quadro elettrico deve essere in grado di avviare automaticamente il motore in seguito a segnalazione da parte dei pressostati, ma deve anche permetterne l’avviamento e l’arresto manuale.
La riserva idrica è un serbatoio di accumulo di acqua a cui attinge il gruppo di pompaggio antincendio per il suo funzionamento.
Il dimensionamento della riserva idrica per la definizione della capacità utile minima viene stabilito dal progettista in base all’area di rischio incendio.
Il volume minimo di acqua deve garantire il funzionamento continuativo dell’impianto per la durata minima prevista per ogni diverso livello di classificazione di rischio dell’edificio.
Esistono diversi tipi di gruppi di pompaggio antincendio, a seconda delle specifiche esigenze del progetto. La normativa UNI EN 12845 ne disciplina tipologie ed uso, e dà indicazioni su quali configurazioni preferire.
Installazione ad asse orizzontale in posizione sottobattente
È la configurazione preferibile secondo la norma UNI EN 12845:2020, per la sua semplicità di smontaggio . L’alimentazione sottobattente deve prevedere almeno i 2/3 della capacità effettiva del serbatoio di aspirazione al di sopra del livello dell’asse della pompa. Inoltre, l’asse della pompa non deve essere più di 2 mt. al di sopra del livello minimo dell’acqua nel serbatoio di accumulo.
Installazione ad asse orizzontale in posizione soprabattente con pompe sommerse
La UNI EN 12845:2020 la sconsiglia: è prevista solo nel caso in cui non sia possibile implementare la sottobattente o le vertical turbine pumps.
La configurazione soprabattente prevede che i 2/3 della riserva idrica NON siano al di sopra dell’asse della pompa. La distanza tra l’asse delle pompe e il punto più basso dell’aspirazione non deve superare i 3,2 mt.
Inoltre, sulle tubazioni di aspirazione è obbligatorio montare le valvole di fondo, e l’adescamento di ogni pompa principale deve essere garantito da un serbatoio da 500 lt., posizionato al di sopra di esse.
Installazione con pompe vertical turbine.
Questo tipo di configurazione prevede un gruppo di pressurizzazione con pompe verticali, dove il corpo della pompa è immerso nella riserva idrica interrata mentre il corpo motore è alloggiato all’interno del locale tecnico dedicato: per questo l’installazione con vertical turbine è considerata sottobattente. Il funzionamento delle pompe non è legato ai serbatoi di adescamento.
Come stabilisce la norma UNI EN 12845, le pompe di alimentazione del gruppo antincendio sono avviate da una coppia di pressostati, attraverso il quadro elettrico di comando pertinente a ciascuna pompa. I quadri elettrici di comando sono dotati di segnalazione di pompa in funzione.
Le pompe devono funzionare costantemente fino all’arresto, che avviene solo con comando manuale. Quando le pompe vengono avviate, può attivarsi simultaneamente un segnalatore sonoro e luminoso a distanza.
Tale segnalatore può indicare la mancanza della tensione, la mancanza d’acqua e la posizione non corretta delle valvole di intercettazione in mandata e in aspirazione.
La pompa di compensazione, che ha una capacità inferiore rispetto alle pompe di alimentazione, entra in funzione in caso di piccole perdite dell’impianto.
Viene avviata e fermata automaticamente da un proprio quadro elettrico con un pressostato tarato leggermente più alto rispetto a quello della pompa di alimentazione. L’arresto avviene quando la pressione dell’impianto viene ripristinata.
Secondo la norma UNI 11292 del 2019, i locali destinati ad ospitare le unità di pompaggio, e i vari componenti, devono mantenere la propria integrità strutturale e garantire l’accessibilità in sicurezza da parte del personale interessato, per tutta la durata di funzionamento dell’impianto antincendio. I locali devono avere una resistenza al fuoco di almeno 60 minuti.
I locali si dividono in fuori terra o interrati, e possono essere di tipo:
Quelli ubicati fuori terra devono essere posizionati con il pavimento alla stessa quota del piano di riferimento, con altezza massima di 7,5 metri; invece gli interrati devono essere posizionati con il pavimento del locale ad una profondità non superiore a 10 metri dal piano di riferimento.
N.B.: Nei locali interrati non possono essere installati motori diesel se la potenza del motore è uguale o maggiore di 40Kw, sia che si tratti di motori con raffreddamento ad aria diretta che a liquido con radiatore o scambiatore di calore.
I locali ADIACENTI O INTERNI devono avere delle strutture orizzontali e verticali almeno del tipo R, REI, EI 60 e classe di reazione al fuoco non inferiore a A2-s1, d0.
Quelli SEPARATI devono essere delimitati da un’area con profondità minima di 3 metri, priva di materiali/vegetazione che possano essere fonte di incendio. Il locale deve essere costituito da strutture orizzontali e verticali portanti, almeno R60, ed elementi di tamponatura con reazione al fuoco non inferiore alla classe AA2-s1, d0.
È fondamentale che l’accesso al locale sia agevole, sicuro e ben segnalato. L’accesso deve essere diretto e deve avvenire da strada, da spazio scoperto accessibile da strada o da intercapedine antincendio ad uso esclusivo, eventualmente anche con percorso protetto (spazio caratterizzato da un’adeguata protezione contro gli effetti di un incendio).
L’accesso al locale interrato, deve avvenire esclusivamente tramite varchi verticali e le porte devono essere alte almeno 2 metri, larghe almeno 0,80 m e realizzate con materiali di classe di reazione al fuoco A1.
Inoltre, per aumentare la visibilità all’interno dei locali, le pareti devono essere bianche. La norma UNI 11292/2019 specifica anche le dimensioni minime che questi locali devono rispettare, in termini di altezza, larghezza e spazio di lavoro.
Anche la pavimentazione deve rispettare determinate caratteristiche: deve essere piana, uniforme, antiscivolo e deve avere un punto di drenaggio per evitare il ristagno di acqua.
I locali devono essere serviti da aperture permanenti, protette da griglie metalliche e alette antipioggia, se necessarie. La temperatura all’interno dei locali non deve superare i 4°C (in presenza di pompe elettriche) e i 10°C (per quelle diesel).
La vigente norma tecnica che regolamenta la manutenzione delle stazioni di pompaggio è la UNI EN 12845:2015
La manutenzione viene definita come combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali, durante il ciclo di un’entità volta a mantenere la funzionalità richiesta.
La figura professionale del tecnico manutentore di stazioni di pompaggio deve essere dotata dell’esperienza e dell’addestramento necessario, avere accesso agli strumenti, alle apparecchiature, alle informazioni ed ai manuali, essere a conoscenza di ogni raccomandazione del fabbricante della stazione di pompaggio, in modo da esplementare le procedure di controllo richieste.
Il cuore pulsante del sistema di pompaggio, (sprinkler, rete idranti, pompa antincendio, attacco V.V.F.), è spesso una pompa antincendio, non una normale pompa, ma una pompa concepita e progettata al fine di elevare al massimo l’affidabilità e soprattutto la disponibilità di esercizio.
Se la pompa antincendio è quindi una “pompa speciale”, indubbiamente speciale deve essere la sua manutenzione. La norma UNI EN12845 del 2005 prevede la progettazione, l’installazione e la manutenzione per gli impianti automatici Sprinkler. Nel 2009 tale norma viene ripubblicata ed al paragrafo 20, sono contenute tutte le attività e le tempistiche di manutenzione relative anche alle pompe antincendio a cui occorre rifarsi in presenza di impianti a rete idranti, diluvio, schiuma ecc.
Alla luce di questa norma occorre innanzitutto separare le operazioni che deve effettuare l’utente, da quelle che devono essere destinate all’installatore del sistema o da una azienda di manutenzione con tecnici competenti e qualificati.
Cosi, se le operazioni di controllo periodico settimanali e quelle mensili sono demandate dall’utente, i controlli semestrali e annuali sono invece da affidare all’installatore de sistema o da una società specializzata nella manutenzione. Nel dettaglio l’utente deve provvedere quando ha installato nel proprio impianto una o più pompe antincendio:
Controllo Periodico settimanale (UTENTE)
- Prova di avviamento automatico della pompa
Le prove sulle pompe automatiche devono comprendere:
- Prova di riavvio del motore diesel
Immediatamente dopo la prova di avviamento della pompa, i motori diesel devono essere collaudati come segue:
Controllo periodico mensile (UTENTE)
Risulta evidente come le attività a carico dell’utente siano assolutamente importanti, ovvero l’attività dei controlli settimanali impegna l’utente a verifiche e ispezioni che fino a qualche anno con la vecchia norma UNI 9490 venivano demandate al manutentore esterno con una sterile frequenza semestrale.
Ecco invece le attività che sono invece da affidare all’installatore del sistema o ad una società specializzata nella manutenzione.
Controllo periodico trimestrale (DITTA MANUTENZIONE)
Alimentazione idrica e relativi allarmi
Alimentazione elettrica
Valvole di intercettazione
Controllo periodico semestrale (DITTA MANUTENZIONE)
Controllo periodico annuale (DITTA MANUTENZIONE)
Prova di portata della pompa automatica
Prova di mancato avviamento del motore diesel
Serbatoi di accumulo
Camere di aspirazione e filtri per la pompa
Controllo periodico triennale (DITTA MANUTENZIONE)
Controllo decennale (DITTA MANUTENZIONE)
Durante il quale le riserve idriche devono essere svuotate, pulite e controllate a fondo, verificando anche il grado di impermeabilizzazione.
Alla fine della manutenzione, come indicato al punto 2.3 dell’allegato del DM 20-12-2012, le operazioni di controllo, manutenzioni ed eventuale verifica periodica, eseguite sugli impianti, devono essere annotate in apposito registro istituito ai sensi del decreto legislativo 9/Aprile 2008 n° 81 e successive modificazioni, ovvero, dell’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 1° Agosto 2011, n° 151. Tale registro deve essere manutenuto aggiornato e reso disponibile ai fini dei controlli di competenza del comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
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