Una linea vita è un sistema di protezione individuale utilizzato dai lavoratori che devono operare in altezza, come ad esempio sui tetti o sulle pareti esterne di un edificio. Consiste in un cavo ancorato saldamente alla struttura dell'edificio o ad un altro supporto stabile, sulla quale i lavoratori possono agganciare la loro imbracatura di sicurezza. La linea vita è progettata per prevenire la caduta dei lavoratori dall'alto e per ridurre al minimo i rischi per la sicurezza durante il lavoro in altezza. La linea vita deve essere installata, utilizzata e manutenzionata secondo le normative di sicurezza in vigore nella regione in cui viene utilizzata.
Secondo quanto previsto dalla normativa regionale e la UNI 11560:2022 La sicurezza è sempre un elemento fondamentale in ogni luogo di lavoro e lo è ancora di più quando i lavoratori svolgono la loro attività in altezza. Progettare accuratamente una linea vita è indispensabile per tutti i lavori di questa tipologia e, vista la sua importanza nella salvaguardia della salute dei lavoratori, deve essere fatta rispettando precise norme.
Il principale riferimento normativo per l’utilizzo delle linee vita è il D.Lgs. 81/08. Nello specifico l’art. 115, specifica che nei lavori in quota, qualora non siano state attuate misure di protezione è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione idonei per l’uso specifico composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, conformi alle norme tecniche, quali:
Gli elementi che compongono una linea vita sono:
Per ancoraggio si intende l’insieme di tre elementi:
Gli ancoraggi sono sistemi destinati al fissaggio, ad una struttura di supporto, di opere provvisionali, di dispositivi di protezione collettiva e individuale e di attrezzature di lavoro. Questi possono essere fissati alla struttura in modo permanente o non permanente.
L’installazione di una linea vita è obbligatoria quando si svolgono lavori oltre i 2 metri di altezza rispetto a un piano stabile, ovvero nei cosiddetti lavori in quota. In linea generale è obbligatoria non solo nel caso di lavori su tetti, impianti industriali ma anche per l’installazione di un impianto fotovoltaico e per le periodiche attività di manutenzione e controllo; nello specifico, le norme regionali definiscono gli obblighi da rispettare.
Le caratteristiche dei dispositivi di ancoraggio sono:
La tipologia di tipo A è caratterizzata da uno o più punti di ancoraggio stazionari con la necessità di ancoraggio strutturale o elemento di fissaggio per fissarlo alla struttura. L’utilizzo di questo dispositivo, generalmente, è limitato agli effetti pendolo o ai percorsi di accesso alla linea principale.
La tipologie di tipo B e di tipo E sono dispositivi che rientrano nel Regolamento Europeo 425 del 2016 che li identifica come DPI in quanto sono removibili dopo ogni utilizzo. In particolare il tipo B è un dispositivo removibile come ad esempio gruette, tripodi o punti di ancoraggio, mentre quello di tipo E si riferisce a tutti quei dispositivi la cui resistenza si basa esclusivamente sulla massa e sulla frizione tra il dispositivo stesso e la superficie.
Il dispositivo di ancoraggio di tipo C impiega, invece, una linea di ancoraggio flessibile che devia dall’orizzontale non più di 15 gradi (se misurata tra gli ancoraggi di estremità e intermedi in qualsiasi punto sulla sua lunghezza). Questa soluzione comporta una maggiore ergonomia rispetto ai punti singoli in quanto l’operatore può compiere lunghe distanze senza mai doversi staccare dal dispositivo.
Infine, il dispositivo di ancoraggio di tipo D che impiega una linea di ancoraggio rigida che devia dall’orizzontale non più di 15 gradi, ovvero sfrutta una guida rigida, di solito un binario, lungo la quale può scorrere un carrello che funge da punto di ancoraggio mobile. Anche questa tipologia permette una buona ergonomia di utilizzo in quanto l’operatore può compiere lunghe distanze senza mai staccarsi dal dispositivo.
La progettazione delle linee vita è generalmente soggetta alla norma tecnica EN 795:2012 che descrive 5 tipologie di sistemi anticaduta in base alle sue caratteristiche:
Il primo requisito per procedere all’installazione della linea vita è quello di elaborare un progetto. Il progetto di installazione avviene attraverso una serie di documenti specifici che vanno a costituire l’elaborato tecnico della copertura.
L’elaborato tecnico della copertura deve essere redatto, sia per edifici pubblici che per quelli privati, per ogni intervento edilizio o impiantistico che riguarda coperture di nuove costruzioni o di edifici esistenti anche nei casi di:
L’elaborato deve contenere:
La norma italiana UNI 11578:2015 affianca la UNI EN 795 specificando i requisiti e i metodi di prova per dispositivi di ancoraggio destinati esclusivamente all’installazione permanente su o nella struttura, progettati per ospitare uno o più lavoratori collegati contemporaneamente.
La norma UNI 11560: 2022 stabilisce i criteri per la scelta, la configurazione, l’installazione e l’uso dei sistemi di ancoraggio in copertura e fornisce anche indicazioni per la progettazione, le ispezioni e la manutenzione dei sistemi stessi. In particolare, introduce importanti novità che riguardano:
Le figure responsabili dell’installazione, dell’ispezione e della manutenzione dei sistemi di ancoraggio sono:
Le fasi relative al processo di progettazione e realizzazione di un sistema di ancoraggio permanente comprendono:
Lo scopo della UNI EN 795 Dicembre 2002, specifica i requisiti, i metodi di prova e le istruzioni per l’uso e la marcatura di dispositivi di ancoraggio progettati per l’uso con dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto.
Lo scopo della UNI CEN/TS 16415 Marzo 2013 e la raccomandazione per i requisiti, l’apparecchiatura di prova, i metodi di prova, la marcatura e le informazioni fornite dal fabbricante per i dispositivi di ancoraggio previsti per l’uso da parte di più di un utilizzatore contemporaneamente.
Lo scopo della UNI 11560 Novembre 2014 è fornire i criteri per l’individuazione, la configurazione, l’installazione, l’uso, le ispezioni e la manutenzione dei sistemi di ancoraggio in copertura.
Lo scopo della UNI 11578 Aprile 2015 è il campo di applicazioni e i requisiti basati sulla necessità che i dispositivi di ancoraggio sostengano la massima forza di norma generata da caduta dall’alto dalla massa di una o più persone incluso qualsiasi equipaggiamento queste trasportino. Le prove di resistenza statica sono basate su un fattore di sicurezza minimo di due.
Le norme impongono la verifica della resistenza del fissaggio immediatamente dopo l’installazione, esercitando direttamente sugli ancoraggi una forza di 5 kN (500 kg) per 15 secondi, misurata con uno strumento opportunamente tarato e certificato.
Il personale coinvolto nelle attività di ispezione e manutenzione , per garantire il mantenimento delle caratteristiche prestazionali iniziali del sistema di ancoraggio, può decidere l’eventuale messa fuori servizio e l’intervento di un ispettore per valutare e controllare l’efficacia dell’incorporazione e ancoraggio della struttura di supporto.
L’ispezione dei componenti prima del montaggio e del sistema dopo il montaggio deve essere effettuata dall’installatore ed eseguita in accordo con le istruzioni del fabbricante dei dispositivi , del progettista del sistema di ancoraggio e del progettista strutturale. Per i sistemi di ancoraggio che prevedono l’utilizzo di ancoranti chimici deve essere verificata la data di scadenza di questi ultimi prima dell’utilizzo.
Nella normativa UNI EN 795 vengono fornite alcune indicazioni in forma non cogente finalizzate a guidare l'installatore in alcune verifiche sul fissaggio dei componenti. Per essere sicuri della tenuta di un ancoraggio, nel caso in cui non siano note le caratteristiche del materiale di supporto, è necessario effettuare delle prove di estrazione del fissaggio. Si ricorda che l'applicazioni di carichi sui componenti in fase di verifica ne può comportare la sostituzione ancora prima della messa in esercizio dell'impianto.
Inoltre l'installatore deve effettuare un "collaudo funzionale" che consiste nel verificare che tutti i componenti siano stati correttamente disposti sulla copertura e che siano raggiungibili secondo lo schema progettuale e con i DPI previsti. L'installatore che opera questa verifica deve quindi percorrere tutta la copertura utilizzando i DPI, controllare i percorsi di accesso e successivamente in caso di esito positivo dichiarare l'utilizzabilità e fruibilità dell'impianto.
La CDS srl ha deciso di ripetere anche nelle successive ispezioni, per la manutenzione dei sistemi, l’applicazione di tale forza, controllando ogni volta «l’integrità dei punti terminali delle linee di ancoraggio» a norma UNI EN 11158 e UNI CEN/TS 16415, così da rilasciare una nuova certificazione di Collaudo che attesta la conformità della connessione tra la struttura e il sistema di ancoraggio. Qualora si riscontrassero elementi difettosi o in cattivo stato è necessario procedere a una riparazione o sostituzione per eliminare il problema.
La linea vita è soggetto a diversi tipi di ispezione quali:
I controlli sulla documentazione del sistema di ancoraggio prevedono la verifica di:
Secondo le norme UNI EN 795 le verifiche strumentali per il collaudo ed il rilascio delle certificazioni sono parte integrante dell’installazione di una qualsiasi linea vita.
Le attività di ispezione sono indispensabili e obbligatorie per garantire l’efficacia nel tempo dei sistemi di ancoraggio.
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